Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Cari concittadini,

Questo nostro tradizionale incontro mi permette di porgere i miei auguri più sinceri a tutti voi, a coloro che si trovano in Italia e agli italiani che vivono all’estero.

Come ogni fine anno, stiamo vivendo ore di attesa per un nuovo tempo che si avvicina, e che speriamo sia migliore.

Sono momenti in cui cerchiamo serenità rafforzando i nostri legami: nelle comunità, nelle famiglie, nelle amicizie. Ci scambiamo auguri, e li riceviamo. Non è solo un rito, ma una dimostrazione della nostra natura più autentica, quella che ci spinge a relazionarci con gli altri.

Dobbiamo farlo ancora di più in questi tempi difficili, quando le guerre in corso continuano a mietere vittime innocenti, turbando profondamente le nostre coscienze.

La notte di Natale, una neonata a Gaza è morta assiderata. Nella stessa notte, bombardamenti russi hanno colpito le centrali elettriche in Ucraina, lasciando la popolazione civile al buio e al freddo.

Gli ostaggi innocenti, ancora detenuti da Hamas, affrontano un secondo inizio d’anno in condizioni disumane.

Queste barbarie non risparmiano nemmeno il Natale, richiamando con forza l’urgenza della pace.

La pace, indicata dalla nostra Costituzione come obiettivo essenziale, è quella che l’Italia ha sempre perseguito, anche attraverso la presidenza del G7 quest’anno.

Ma pace non significa sottomettersi all’arroganza di chi attacca altri Paesi con le armi. Significa rispetto dei diritti umani e della libertà di ogni popolo.

Un augurio di pace

Che il nuovo anno porti vera pace ovunque. Questo è il primo augurio che ci rivolgiamo.

Rivolgo un pensiero particolare alla giornalista Cecilia Sala, in attesa che torni presto in Italia. Questo episodio evidenzia ancora una volta il valore della libera informazione.

Un anno di speranza e impegno

Il futuro dipende dalla nostra capacità di trasformare la speranza in realtà. In un mondo segnato da guerre e squilibri, dobbiamo ricostruire un senso di comunità, affrontando le divisioni e le disuguaglianze che attraversano la società.

Nel 2023, la spesa mondiale per gli armamenti ha raggiunto cifre record, mentre i fondi destinati alla lotta ai cambiamenti climatici sono rimasti insufficienti. Questo squilibrio è disarmante.

Le sfide dell’Italia

L’Italia offre esempi di progresso, ma anche di contraddizioni. La ricerca scientifica compie passi da gigante, ma molti cittadini rinunciano a cure mediche per mancanza di mezzi.

I dati sull’occupazione sono incoraggianti, ma permangono aree di precarietà e bassi salari. Allo stesso tempo, molti giovani laureati lasciano il Paese per mancanza di opportunità.

È essenziale colmare queste distanze e garantire un pieno accesso ai diritti per tutti.

Rispetto e solidarietà

La parola dell’anno scelta dall’Istituto Treccani è “rispetto”. Questo valore è fondamentale per costruire una società più umana e accogliente.

Il rispetto per la vita, per chi lavora, per i diritti di ogni persona deve essere una priorità. Anche in carcere, il rispetto per la dignità umana è essenziale, e dobbiamo impegnarci per migliorare le condizioni di detenzione.

Un augurio di unità

Concludendo, il nostro impegno comune è necessario per costruire un futuro migliore. Il patriottismo si manifesta ogni giorno: negli insegnanti, nei medici, nei volontari, nei giovani che rappresentano la nostra risorsa più preziosa.

A chi vive in Italia, indipendentemente dalle origini, e contribuisce al nostro Paese, va il nostro riconoscimento.

Buon anno a tutti!

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