Il governo italiano sta valutando un nuovo decreto riguardante i centri di accoglienza in Albania, una questione che sta suscitando un ampio dibattito politico e sociale. A seguito di alcune bocciature giudiziarie, l’esecutivo italiano sta considerando di modificare l’accordo attuale con l’Albania, nel tentativo di gestire il crescente fenomeno dei migranti.
Il piano per ripristinare i centri di accoglienza
Il governo ha l’intenzione di riportare in funzione i centri di Gjader e Shengjin, che sono rimasti poco utilizzati negli ultimi tempi. Secondo quanto riferito dal ministro degli Affari Europei, Tommaso Foti, si sta valutando la possibilità di un decreto per rivedere l’accordo bilaterale con Tirana. Questa decisione si rende necessaria dopo che i centri hanno subito tre bocciature da parte della giustizia, che ha messo in discussione il trattenimento dei migranti in Albania.
- Il governo prevede la trasformazione dei centri di accoglienza in CPR (Centri di Permanenza per i Rimpatri), dove i migranti potrebbero rimanere in attesa di un rimpatrio.
- Un vertice è previsto per discutere il possibile decreto legge, con tutte le parti interessate coinvolte.
- Critiche all’operato del governo sono arrivate da vari esponenti dell’opposizione, i quali sostengono che questa sarebbe una decisione non solo imprudente, ma anche un potenziale spreco di risorse pubbliche.
Crescita degli arrivi di migranti
Con il 2025 che segna un aumento degli arrivi di migranti (4.144 rispetto ai 3.169 del 2024), la situazione si complica ulteriormente. Il Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) ha segnalato la presenza di circa 700.000 immigrati irregolari in Libia e tra i 700.000 e 800.000 in Tunisia. Questa crescita esponenziale dei flussi migratori ha costretto il governo ad affrontare il problema con urgenza.
Le reazioni delle opposizioni
Diverse forze politiche hanno criticato l’iniziativa del governo di trasformare i centri in Albania. Simona Bonafè del Partito Democratico ha descritto questa mossa come una «follia», accusando il governo di voler “scegliere i magistrati” e di ignorare i diritti dei migranti. Filiberto Zaratti di Avs ha rincarato la dose, parlando di spreco di risorse pubbliche.
Le preoccupazioni internazionali
In aggiunta a tutto ciò, la situazione in Libia è diventata ancora più grave con la scoperta di due fosse comuni con almeno 49 corpi di migranti. Questo drammatico evento solleva interrogativi importanti sulla gestione della crisi migratoria e sull’impatto delle politiche italiane nella regione. La comunità internazionale sta seguendo con attenzione gli sviluppi e si aspettano risposte concrete da parte del governo italiano.
Anno | Arrivi Migranti |
---|---|
2024 | 3.169 |
2025 | 4.144 |
Nonostante la pressione, il governo non ha ancora preso una decisione ufficiale riguardo al nuovo decreto, ma il dibattito è acceso e le discussioni sono destinate a proseguire. Gli occhi sono puntati su cosa succederà nei prossimi giorni, con le opposizioni pronte a far sentire la loro voce contro quelle che reputano decisioni sbagliate e potenzialmente dannose.